Un’opportunità importante per le imprese, che possono rimodulare l’orario di lavoro destinando una parte delle ore alla formazione, con un risparmio dei costi che può arrivare anche a centinaia di migliaia di euro nelle grandi imprese: gli oneri delle ore-lavoro destinate alla formazione, compresi i contributi previdenziali e assistenziali, sono infatti interamente coperti dal fondo.
Nelle scorse settimane abbiamo accompagnato alcune imprese nell’accesso a questo nuovo strumento e la proroga consentirà di estendere la misura anche alle realtà che si erano affacciate con interesse alla proposta ma avevano poi rinunciato a causa dei tempi troppo ristretti.
Il Fondo rappresenta un volano importante per sostenere il reskilling e alle aziende è lasciata libertà nella scelta dei contenuti e dei canali della formazione, che possono essere modulati in base alle esigenze dell’impresa e ai bisogni formativi di ciascun dipendente: dalle operations alle softs skill, dalle pillole formative online ai webinar fino alla formazione in presenza (quando sarà nuovamente consentita), tante sono le opzioni a disposizione.
Dal momento che si tratta di uno strumento sperimentale, non mancano alcuni limiti, nodi che abbiamo rilevato nel dialogo quotidiano con le aziende in questo primo periodo di rodaggio. In un contesto in cui i facciamo i conti con cambiamenti rapidissimi e le aziende sono costrette a ridisegnare continuamente le strategie di business, spesso nel tempo che intercorre fra la presentazione dei piani e la loro approvazione il panorama aziendale cambia: aziende che si trovavano ad avere un calo consistente di ordinativi registrano ora una ripresa (con la conseguente necessità di richiamare il personale in servizio), altre realtà che avevano previsto di destinare alcune giornate alla formazione si trovano a riprogrammare il calendario in base alle mutate esigenze. Ecco che un processo autorizzativo più rapido e la possibilità di rimodulare il piano orario anche dopo la presentazione dell’accordo sindacale potrebbero consentire di superare questo scoglio, così come la scelta di estendere il periodo di fruizione della formazione oltre i 90 giorni senza la necessità di richiedere una proroga.
Confidiamo che queste osservazioni possano rappresentare un’occasione di riflessione e miglioramento di uno strumento su cui nel complesso esprimiamo un giudizio positivo, perché rappresenta una novità importante – anche dal punto di vista “culturale” – e va nella direzione di premiare le aziende che investono con forza nella formazione, anche come strumento per il superamento di momenti di crisi o di incertezza.